lunedì 22 gennaio 2018

TORNO E RESTO QUI ...


Post da leggere, nonostante i contenuti, in tono semiserio, canzonatorio e tutto d'un fiato …. mi raccomando altrimenti non avrebbe lo stesso valore …

Si dice che la solitudine insegna a riflettere, sarà per quello che la odio, che la evito accuratamente. Pensare, per chi ha una vita incasinata come la mia, è l'equivalente del termine angoscia.
In un certo senso è come esaminare, ed io non ho mai avuto alcuna voglia di esaminare il mio vissuto, chi vorrebbe fermarsi, ripercorrere, esaminare e scoprire che tutto è stato sbagliato, ogni scelta, ogni emozione, ogni incazzatura, ogni attenzione, ogni posizione, ogni sorriso ed ogni lacrima, scoprire che tutto ma proprio tutto ha condizionato la tua vita e ritrovarsi a dire … se quella volta avessi … avessi… avessi e invece NO!!
Sono sempre scappata dalle pause di riflessione, sono sempre stata in movimento per evitare di pensare e anche quando l'immobilità e dunque la fuga erano inevitabili mi sono riempita di cose da scrivere, leggere, per evitare di avere anche solo un millesimo di secondo per pensare.

L'ho fatto quando ho perso i miei cari, nascondendomi nella follia, quando ho avvicinato per due volte la morte, dormendo h24 e ascoltando chi mi era vicina in un letto di ospedale per non pensare e raccontare di me, quando sono rimasta immobilizzata per tre mesi ho fatto incetta di libri e, in ogni altro momento, ho sempre trovato un escamotage per poter sopravvivere, per poter non pensare.  
Io ho sicuramente commesso tanti errori ma ho anche un karma, un destino, una vita un quel che cavolo vi pare, negativo… tante cose non le ho scelte: le perdite, la malattia, l'impossibilità a procreare ma inesorabilmente la mia intera vita è stata condizionata da queste … cose? Situazioni? Spiacevolezze? … che non mi hanno dato la serenità per le scelte giuste.
Oggi mi ritrovo qui con la cosa più banale che possa accadere ad un essere umano, l'influenza, una banale, stupida influenza che mi ha bloccata a letto già per 6 giorni, e credetemi se vi dico che ci sono stati motivi ben più seri per i quali sarei dovuta restare a lettuccio e non l'ho mai fatto, ma forse come ha detto una mia nuova e folle amica, il mio corpo ha spinto affinché capissi che era il momento di fermarmi.
Questa influenza mi ha portato via oltre che la salute ogni volontà di distrazione, una piccola automa che accendeva e spegneva la televisione, che apriva e chiudeva il computer, che iniziava a leggere e dopo tre secondi chiudeva l' e-book , che rispondeva ad una telefonata ma subito dopo "ma perché sto parlando lasciatemi in pace a fare il mio nulla…", e insomma alla fine mi sono vista costretta a leggere dentro me stessa…
… non potete immaginare quanta roba ci ho trovato, quanta rabbia, quanto rancore, quanta tristezza, quanto dolore, quanta voglia di scappare lontano da me stessa, facendo ancora una volta finta di nulla,  ma poi guardando più in fondo ci ho trovato anche un mare di bellezza, di gioia, di capacità di superare, di perdonare e di voglia di vivere…  vivere questa vita che dalle mie parti definirebbero sgarrupata, una vita che mi ha sicuramente dato ma soprattutto tolto con gli interessi.
In questi ultimi mesi ho provato  a vivere pienamente, intensamente, ridendo a crepapelle e beffeggiando ogni accadimento, finchè non è arrivato lui, il mostro e giù nuovamente a schiaffeggiare questa vita che prende, prende, prende e lo fa soprattutto quando cerchi di essere felice, al punto che ogni volta che provo una briciola di felicità e di serenità penso ecco… sta per accedere qualcosa.
Oggi mi sono detta che non può  essere sempre così, ho realizzato che  nonostante il mostro, il mio periodo più bello è stato proprio questo… un periodo fatto di mille risate, di decisioni prese senza ragionare, di momenti in cui risate e pianti si sono fusi in un unico groviglio aiutandomi a tenere a bada lui … e sono giunta alla conclusione che questa vita per quanto dura, per quanto triste e terribile va vissuta senza nemmeno pensarci, va vissuta di getto senza troppa razionalità e senza tanti se e poi , va vissuta a tentoni, cadendo e rialzandosi, va assaporata lentamente e dolcemente mandando al diavolo tutto quello che è dolore, disperazione, preoccupazione e malumore…
A questo punto non potevo che ripartire da qui, dal luogo in cui più che in qualunque altro posto mi sono raccontata, dove ho conosciuto tante persone che senza sapere mi hanno fatto compagnia nella mia tristezza, che con le loro parole hanno raccolto la mia disperazione e soprattutto con le quali condivido una delle mie più grandi passioni.
Ma questa scelta la devo anche ad una delle persone che più di chiunque altro ha segnato questa mia vita, una persona perduta e poi ritrovata, una persona che mi ha dato tanto in positivo e negativo ma che nonostante tutto non mi ha mai abbandonata, con pazienza, tenacia e affetto…. E che dice di volermi bene ma chissà … Una persona che ha preso la mia vita tinta nelle tonalità del grigio e l'ha fatta diventare un'arcobaleno.

Oggi non ho una nuova ricetta per voi perché non ho avuto tempo per organizzarmi, mi sono alzata ma mai veramente, ho rimuginato, mi sono girata i pollici e poi ho scritto, credo di non aver neppure pranzato, anzi ne sono certa… ma tranquille vi proporrò qualcosa di delizioso nei prossimi giorni, qualcosa che mi farà perdonare per la lunga latitanza … o almeno lo spero!


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